Lino Dinetto

(Este, 1927)

Lino Dinetto nasce ad Este (PD) il 1o settembre del 1927. Apprende le prime nozioni d’arte al suo paese natale. Giovanissimo, abbandona la scuola media e si reca a Venezia per dedicarsi allo studio dell’arte.

Il Colorismo veneziano lascia nel giovane artista un’impronta indelebile proprio perché egli vi trova una risposta alla propria spiritualità. A 15 anni Dinetto si sposta a Milano dove fa tesoro degli insegnamenti ricevuti da Sironi e Carrà. Accanto a questi maestri approfondisce i problemi del Futurismo e della Metafisica affinando gli strumenti espressivi, in particolare quelli della pittura a grandi dimensioni. Esordisce come muralista con la realizzazione di alcuni affreschi in Liguria, Veneto e Toscana, dove riceve la sua prima importante commissione. Nel 1946 gli viene affidata un’“Ultima Cena” per il refettorio dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (SI); la tela, di circa 40 metri quadri, doveva sostituire un affresco, su cartoni del Ghirlandaio, distrutto durante la Seconda Guerra mondiale. È presente alla 1a Mostra del Tempio a Padova (1948). Nel 1950 viene contattato per affrescare la cattedrale di S. Josè, a Montevideo in Uruguay, lavoro che lo impegnerà per quattro anni. Dal 1955 al 1960 dirigerà i corsi di pittura e disegno all’Instituto de Bellas Artes “S. Francisco” di Montevideo, capitale dell’Uruguay, allora attraversata da fermenti artistici che lo stimoleranno a nuove esperienze.

Dopo aver maturato le dovute riflessioni sul Cubismo e sul Costruttivismo di Torres Garcia, Dinetto si apre all’Informale. Inizia con la serie “I Porti” che gli valgono per ben due volte, nel 1955 e nel 1957, il primo premio al Salon Nacional di Montevideo, continuando con la serie “Il Cosmo” con la quale ottiene il Gran Premio Nazionale di Punta del Est nel 1959. In questo stesso anno il Museo d’Arte Moderna di S. Paolo del Brasile gli organizza una importante mostra personale nel Padiglione Armando da Arruda Pereira. Nel 1960 Dinetto torna in Italia e, negli anni successivi, riprenderà a periodi la pittura murale e su vetro. Sono del 1963 le “Storie monastiche” affrescate nel chiostro di S. Maria in Campis a Foligno e del 1964 le vetrate dipinte per l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Seguono affreschi e vetrate in Lombardia, in Toscana, nel Lazio: al tempio Regina Pacis di Monza, a Mantova in diversi edifici, a Badia S. Salvatore sul Monte Amiata, a San Pietro nella città di Siena, e ancora a Roma e a Volta Mantovana. Ma anche in numerose località della sua terra veneta, a partire dal suo paese natale, dove decora l’istituto “Manfredini”. Realizza inoltre per il principe Ranieri l’intero ciclo di vetrate della nuova chiesa di Montecarlo.

Accanto a queste opere a carattere monumentale Dinetto propone, negli ultimi decenni, un’enciclopedia di opere che interrogano e rappresentano l’umana avventura, immaginata o trasfigurata. Si vanno così definendo, verso la ne degli anni ‘70, i temi più ricorrenti nella sua ispirazione: la figura femminile, il paesaggio veneto e toscano, nature morte, pagine di ricordi, dallo studio… immagini, e una serie di opere come “Dimensione Parallela” con narrazione di eventi, eventi ridotti a simbolo, a mito. Dal 1994 in poi il suo interesse maggiore è rivolto soprattutto alla pittura monumentale: gli viene affidata la realizzazione della Cappella culturale della Ponticia Basilica di S. Antonio di Padova con grandi pitture murali su temi francescani. È del 1997 la grande mostra di Pienza a riconoscimento del Premio Maestri Italiani del ‘900.
Tra le numerosissime esposizioni che sono state realizzate ricordiamo le più significative: “Disegni e bozzetti per gli affreschi di S. Maria in Campis“ Palazzo Trinci – Foligno (1962); Ca’ Giustinian – Venezia, Gallerie Inge Seifert/Binder – Munchen – Germania, Galleria d’Arte Numero – Firenze – Milano, “Exposicion de Jovenes Pintores Italianos” Spagna (1963); “Vetrate per Monte Oliveto Maggiore” Pinacoteca Nazionale – Siena (1964); Suvremeni Talijanski Umjetnici – Zagabria – Jugoslavia, Triennale dell’Adriatico – Civitanova Marche (1965); IX Quadriennale d’Arte – Roma (1965); VII Biennale Nazionale d’Arte Sacra – Bologna –
Milano – Roma, Galleria d’Arte Giraldo – Treviso, Galleria d’Arte Del no – Rovereto (1966); Galleria d’Arte Il Cenacolo – Vicenza (1967); Galleria d’arte La Chiocciola – Padova (1968); Galleria Campedel – Belluno, Bienal Internacional de deporte en las Bellas Artes – Madrid – Spagna (1969); “Jesolo ‘70” Ia Rassegna d’Arti Figurative – Jesolo – Venezia (1970); Galleria San Giorgio – Mestre – Venezia, “Incontro ‘71” Afro, Breddo, Brunori, Cazzaniga, Dinetto, Morlotti – Prato (1971); Mostra Nazionale d’Arte a favore del Terzo Mondo – Firenze, Galleria Metastasio – Prato, Galleria San Francesco – Padova (1972); Bienal Internacional de deporte en las Bellas Artes – Madrid – Spagna, Galleria Quadrifoglio – Udine (1973); X Biennale
del Mediterraneo – Alessandria d’Egitto, Galleria Cristallo – Cortina d’Ampezzo – Belluno, Galleria d’Arte Abba – Brescia, Sala della Magni ca Comunità, Palazzo Municipale – Este – Padova, Galleria d’Arte
Macchi – Pisa (1974); Museo Ca’ da Noal – Treviso, Galleria Comunale – Arezzo (1976); Istituto Italiano di Cultura per i Paesi Bassi – Amsterdam (1976/1977); Centro Culurale “Terrazza” – Cortina d’Ampezzo –
Belluno (1977); Galleria Levi Comanducci – Milano, Galleria Borgo – Treviso, Galleria Gottardo – Padova, Rassegna Nazionale d’Arte Contemporanea – Bolzano (1978); Galleria “Les chances de l’Art” – Bolzano (1979); Galleria “Alla Vetrata” – Padova (1980); Courtauld Institute Galleries – London University, Centro Culturale “De Luca” – Belluno (1982); Museo Diocesano d’Arte Sacra – Venezia (1983); Galleria Roda – Rovigo (1984); Chiesa San Giacomo – Vicenza (1985); “Gotico veneziano” Galleria Ponte Rosso – Milano (1986); III Biennale d’Arte Sacra, Museo Diocesano – Venezia, Galleria d’Arte Contini – Mestre – Venezia e Asiago – Vicenza, Scuola Grande S. Giovanni Evangelista – Venezia, Galerie Bernanos – Parigi (1987); For the Australian Bicentenary – Australia, Galleria Cristallo – Cortina d’Ampezzo – Belluno, Chiesa di San Valentino – Este – Padova (1988).

Tra le varie ed importanti esposizioni dal 1990 al 2006 si ricordano quella di Montevideo, la retrospettiva di Treviso alla Casa dei Carraresi e la mostra alla Galleria Latina, a cui hanno fatto seguito la grande retrospettiva “Una stazione per l’arte: Dinetto” nella Sede espositiva della Stazione Ferroviaria di Venezia Santa Lucia – Venezia (1997) e la mostra con l’artista Mimmo Rotella “Dalla pittura alla pittura” a Villa Ca’ Celsi di Istrana – Treviso (2000). Quindi la mostra antologica “I padroni del tempo” presso le Sale espositive della Zona Grandi Servizi Territoriali di Castelfranco Veneto – Treviso (2002) e la personale “Synthesi” presso l’Istituto di Cultura “Laurentianum”, Duomo di Mestre – Venezia (2002), mostre curate da Maurizio Pradella e realizzate con la partecipazione straordinaria delle Ferrovie dello Stato. E ancora mostre a Padova, Vicenza, Udine, Rovigo, Vienna, New York e in Giappone, dove sono state esposte una serie di opere su vetro. È nel 2007 la grande retrospettiva al Museo de S. José de Mayo in Uruguay e nel 2008 il ciclo di quattordici grandi vetrate e di una serie di sculture per la cappella di Jacksonville. Nel dicembre 2010 e gennaio 2011 presenta a Treviso la mostra “Harmonia” nel Palazzo dei Trecento. Nel 2011 viene organizzata dal Parlamento di Montevideo la grande mostra storica presso le sale espositive del Palazzo Legislativo. Nel 2013, dopo tanti anni, ritorna ad Este, sua città natale, con “Forma e bellezza”, mostra organizzata dal Centro di Cultura “La Medusa” in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. Segue la grande mostra “Aurum, tra sacro e profano” a Palazzo Todesco di Vittorio Veneto, nella località storica di Serravalle, in cui presenta una selezione di un centinaio d’importanti opere (2014). Le sue opere sono presenti in molti musei e gallerie d’arte di tutto il mondo. Lino Dinetto vive e lavora a Treviso.